… Io terra e acqua e fuoco,
io gnomo più dotato tra gli gnomi,
io ti invoco nonno, vieni a me.
Io ti chiedo di istruirmi.
Guidami nel mio incedere,
raccomandami a Geos misericordioso,
fammi superare la soglia delle tenebre,
prestami attenzione, vieni a me,
dammi la forza per non deviare dal sentiero,
aiutami a vincere lo smarrimento,
conducimi ai segreti della luccicanza.
Oh nonno dalla sapienza illuminante,
vieni a me, ti prego, vieni a me…
esaudisci le mie preghiere,
tu che abiti i sette anelli del cielo,
tu che sai e vedi, vieni a me.
Fammi vincere la lotta sul male…
L’origine del loro nome è incerta; sembra che il primo a usare la parola Gnomo sia stato molto tempo fa un alchimista di nome Paracelso. Il termine deriva da “gnomizo” che in greco vuol dire “conosco” e gli Gnomi infatti sono creature sapienti che conoscono i misteri della natura e sanno tutto quel che c’è da sapere sulle piante e sugli animali, compresi alcuni segreti che l’uomo, nonostante la sua scienza, ancora non è capace di spiegare.
Aspetto fisico
Lo gnomo del bosco o della foresta è forse il più comune, non ama farsi vedere dagli uomini. La vita di uno gnomo dura circa 400 anni, la loro vita è sana, non mangiano molto e fanno tanto esercizio. Fumano la pipa che, mentre si fuma, tocca per terra.
Lo gnomo dei boschi adulto è alto 15 cm (senza berretto) e pesa 300 grammi il maschio e 250/275 grammi la femmina.
La corporatura è tozza, ma agile e robusta. E’ sette volte più forte di un uomo e anche la sua intelligenza è superiore. Possono correre molto in fretta e saltare molto in alto. Tiene i piedi leggermente rivolti in dentro, per essere più veloce nella corsa.
l viso è caratterizzato da una folta barba, che diventa grigia prima dei capelli. La carnagione è chiara, ma le guance paffute sono rosse, specialmente quelle dei più anziani. Il loro viso esprime serenità, sembrano miti, dolci, a volte pensierosi ed in altre occasioni vivaci e gai. Possono diventare minacciosi, se occorre e si spaventano di rado. Hanno timore solo delle puzzole.
L’età giusta per sposarsi è… 100 anni!
Dopo il matrimonio di solito nascono i figli: solitamente si tratta di una coppia di gemelli. Il papà si occupa prevalentemente dell’educazione dei maschietti, mentre la mamma si prende cura delle femminucce.
Quando il piccolo gnomo compie 13 anni, è pronto per diventare grande. Allora il suo papà gli svela tutti i segreti di cui sono a conoscenza solo gli gnomi, e gli insegna tante cose utili per il suo futuro: ad esempio, a riconoscere funghi ed erbe, a distinguere le piante commestibili da quelle velenose, e gli animali buoni da quelli aggressivi. Inoltre il piccolo deve imparare a correre veloce come una lepre (per sfuggire a possibili predatori), a usare una specie di bacchetta magica che gli gnomi usano per cercare i tesori e infine a fischiare fortissimo, per avvertire i compagni, anche a grande distanza, di un imminente pericolo! Le ragazze, invece, vengono istruite dalle mamme nelle faccende di casa: imparano a cucinare, a filare la lana, a prendersi cura dei cuccioli di animali.
Spesso gli gnomi si affezionano agli umani e decidono di vivere in prossimità delle loro case aiutando le persone in mille modi,in cambio di un pò di tabacco per la pipa, di qualche goccetto di vino e di un biscotto.
Le offerte per gli gnomi si possono lasciare sulla porta di casa, e se scoprirete che quello che avete lasciato non c’è più e al suo posto troverete una foglia, una ghianda, un pezzetto di sasso dalla forma strana, state tranquilli che uno gnomo ha deciso di venire a vivere vicino a voi. Non abbiate fretta di incontrarlo: sarà lui a decidere se e quando farsi vedere. Se vi capita di vederlo, non fatene parola a nessuno, non cercate di fotografarlo o di filmarlo, e non vantatevi dell’incontro, o il vostro piccolo amico se ne andrà sdegnato, non si farà più vedere e vi farà una serie di tiri mancini.
Nel libro “Ardusli e gli gnomi dell’Appennino”, Giovanni Zavallon descrive un piccolo popolo che vive in una valle segreta dietro una cascata dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Gnomi molto primitivi e dispettosi sono quelli “di caverna” creati dalla fantasia di Francesca D’Amato nel libro gnomi di caverna: i custodi dei tesori del sottosuolo: come gli gnomi tradizionali vivono sottoterra, coltivano radici e custodiscono tesori, ma sono coperti di pelliccia e non usano vestiti.
Guido Gozzano racconta di gnomi in La danza degli Gnomi. Il racconto viene inizialmente pubblicato sul Corriere della Sera e poi nel libro La danza degli Gnomi e altre fiabe. Nella danza degli Gnomi due sorellastre danzano con loro, una graziosamente, ricevendo in dono bellezza e ricchezza, una con malagrazia, venendo trasformata in un mostro.
Il Mazarol è un pericoloso gnomo del bellunese.
Ad Asiago e in tutto l’Altopiano dei Sette Comuni da secoli vivono i sanguinelli o salvanelli, creature accomunabili agli gnomi e ai folletti che vivono tra le rocce e nelle tane ricavate alla base degli alberi. Esseri positivi e amichevoli, i sanguinelli di Asiago e dei Sette Comuni si limitano a fare degli scherzi agli esseri umani. “Pèrdarse nela pèca del sanguinèlo” significa “smarrire la strada dopo aver calpestato l’impronta del sanguinello”. Dal 1993, gli Gnomi dell’Altopiano rappresentano il collegamento tra i sanguinelli e le altre creature fantastiche dei boschi con il genere umano, anche con un’azione tesa alla riscoperta della fantasia e al rispetto dell’ambiente naturale.
Sembra che in una valle, posta trasversalmente sulla sponda occidentale del Lario, si conservino nella tradizione popolare alcune leggende su folletti locali che sono chiamati Bragola e Pelus di Kongau.
La valle è quella della Val Cavargna e l’area considerata è quella del circondario di San Bartolomeo. Questi folletti sono esseri di piccola statura dalle lunghe braccia, pelosi, simili a scimmie, velocissimi ad intrufolarsi ovunque, coperti da pochi abiti a brandelli e con occhi piccoli e scintillanti. Per ricordare questa tradizione è sorto un villaggio degli gnomi presso l’Istituto Comprensivo di Como-Prestino posto nei pressi del Parco Metropolitano Spina Verde. Ogni anno vengono effettuate diverse attività all’interno di questo percorso di GnomoTino che è gemellato con quello di GnomoMentino a Bagno di Romagna nell’Appennino Tosco-Romagnolo. Esiste un sito di riferimento sugli Gnomi del Lario realizzato senza scopi di lucro ma solo per attività didattiche.
(tratto da wikipendia)
Qualcuno giura di aver visto di recente degli Gnomi aggirarsi nel bosco dell’Armina, sopra Bagno di Romagna.
Già in passato erano state raccolte testimonianze della presenza in questa zona di strane creature, come gnomi e folletti, di fenomeni “meravigliosi”, prodigiosi (la gorga nera, la buche delle fate…), che popolavano ed animavano boschi, foreste.
Può quindi anche accadervi che l’improvviso balenare fulvo di uno scoiattolo, foglie mosse da un refolo di vento, un riverbero sulle felci lucide di rugiada, il tonfo di una bacca, il frullo di un passero, una lama di sole tra i vapori mattutini di una faggeta…possa suggestionare ed accendere l’immaginazione fino a far intravedere, in un qualsiasi pulsare di vita tra la vegetazione, presenze arcane ed affettuose come degli Gnomi che si muovono nel sottobosco.
Il loro recente “avvistamento” ha attirato l’attenzione di tv e giornali, e Bagno di Romagna è divenuto il “Paese degli Gnomi”, che pertanto, giustamente, ha dedicato ad essi un sentiero ed un libro di favole.
Qui ci sono laghi e torrenti, boschi, foreste, forre selvagge, montagne, valli abbandonate, ove già da tempo abitano cervi, caprioli, daini, scoiattoli, aquile…e dove anche il lupo da un po’ è tornato: è proprio l’ambiente in cui le leggende narrano che essi vivano!
Esse poi raccontano che questi piccoli esseri benigni e laboriosi siano i custodi dei tesori che la Natura ha profuso nel sottosuolo e nei boschi, e che s’adoprino per mantenerli incontaminati e preservarli.