La storia di Lilith è nata nei libri della Bibbia per poi crearsi una propria strada attraverso tante culture e religioni.
Le schiere di demoni notturni della Mesopotamia (escludendo il maschile Lilu) vengono, presso gli ebrei, ad essere indicati col solo nome di Lilith che troviamo citata una sola volta nella Bibbia ma più spesso nel Talmud (il commento ai testi biblici) e nel Libro degli Splendori (un testo che spiega i significati mistici di quanto scritto nella Bibbia), Ernest Jones riferisce:
Come gli Incubi succhiano i fluidi vitali, portando la vittima alla consunzione, così i Vampiri spesso poggiano sul petto della vittima, soffocandola. La Lilith ebraica, che Johannes Wejer chiamò principessa dei succubi, discendeva dal babilonese Lilitu, noto vampiro.
Le caratteristiche fisiche della Lilith ebraica sono i lunghi capelli, rimane la presenza di ali (anche se probabilmente si tratta di un’elaborazione successiva per avvicinarla alla schiera dei demoni), la predilezione per la notte e, ovviamente, la lussuria e la sete di sangue di bambini.
Compare subito come prima compagna di Adamo, anche lei plasmata da materiale fangoso, non lo stesso che servì per l’uomo, ma sozzura. Ma comunque la sua origine era la stessa e non derivava da una sua costola come Eva e forse per questo si sentì subito una sua pari e non accettò mai il ruolo di sottomissione al marito.
Quando si trattò di consumare il primo rapporto sessuale ovviamente fu un’esplosione di sensazioni estatiche per entrambi ma quando Lilith cominciò a dimostrarsi insofferente per la posizione che Dio aveva imposto (la donna sotto e l’uomo sopra) l’idillio fra i due finì, Adamo voleva imporre la sua superiorità, in quanto uomo, nei confronti della donna che doveva stendersi sotto di lui e Lilith fuggì nel Mar Rosso.
Dio, vedendo di nuovo l’uomo solo, tentò di richiamarla ma lei espresse di nuovo il suo rifiuto. Il secondo tentativo di Dio per dissuaderla fu quello di mandare tre angeli che la trovarono fra le acque circondata da demoni con cui si era accoppiata dando origine ad una sua stirpe, e cosciente di essere una di loro, essi la minacciarono di morte se non fosse tornata dal suo sposo ma Lilith astutamente li dissuase rivendicando l’incarico affidatole da Dio stesso della custodia dei bambini maschi fino all’ottavo giorno di vita e delle femmine fino ai vent’anni d’età.
Gli Angeli tornano sconfitti in paradiso e Dio si vendica con Lilith uccidendole centinaia di figli (Lilim) che generava accoppiandosi con le creature del Mar Rosso. A tale affronto lei risponde aggirandosi nottetempo nelle contrade, orientandosi presso i crocicchi, per cercare e strangolare i neonati (a meno che non siano protetti da talismani recanti i nomi degli angeli che le erano apparsi) e per sorprendere gli uomini durante il sonno sfinendoli fino alla morte con abominevoli amplessi.
Ad Adamo fu data una nuova donna, Eva, della quale Lilith era gelosissima e cui uccise buona parte della prole, ed alcune versioni vogliono che fosse lei il serpente che la indusse a disobbedire all’uomo cogliendo il frutto proibito.
Per gli Ebrei Lilith passerà definitivamente al rango di Demone femminile raffigurata come donna il cui corpo termina in una coda di serpente.
Nella Bibbia cristiana i riferimenti a Lilith sono veramente molto pochi, probabilmente ad opera delle successive riscritture a scopo dottrinale e sacerdotale volte ad esaltare l’obbedienza che la donna deve dimostrare nei confronti dell’uomo, la citazione più esplicita si trova in Isaia 34,14:
“I gatti selvatici si incontreranno con le iene, e
I satiri si chiameranno l’un l’altro;
vi farà sosta anche Lilith e vi troverà tranquilla dimora.”
In questo testo è avvicinata agli animali predatori ricordando anche la sua parentela con gli uccelli notturni il cui urlo inquieta chi lo ascolta, infatti, quando Dio uccise il figli di Lilith, nella notte echeggiarono per molto tempo i suoi lamenti disperati.
Secondo l’iconografia cristiana Lilith governa l’inferno, ha l’aspetto di una donna nuda estremamente bella, ha i capelli blu e gli occhi rossi, la pelle è di un colore grigio argenteo; comanda le schiere di succubi e gli amplessi con lei portano alla follia.
“La sua casa sprofonda nella morte,
ed il seguirla porta alle ombre.
Tutti coloro che la seguono non possono tornare
e trovare ancora le vie della vita.”
“I suoi cancelli sono cancelli di morte
e dall’entrata della casa
se ne va verso Sheol.
Nessun che entri tornerà mai,
e coloro che la possiedono scenderanno l’Abisso.”
Lilith abita precisamente nel Mar Rosso, ma tutte le notti si leva in volo, gira per il mondo, fruscia contro i vetri delle case dove ci sono dei bambini appena nati e cerca di soffocarli. (…) Altre volte entra in corpo a un uomo e l’uomo diventa spiritato. (…) Poi c’è la storia del seme. È golosa di seme d’uomo, e sta sempre in agguato dove il seme può andare sparso: specialmente fra le lenzuola. Tutto il seme che non va a finire nella matrice della moglie è suo: tutto il seme che ogni uomo ha sprecato nella sua vita per sogni o vizio o adulterio. (…)
Vittime della discendenza di Lilith sono anche i poeti maledetti come Baudelaire e Rimbaud:
“Tu, come lama di coltello
Sei entratata nel mio cuore in lacrime!
Tu, forte come una schiera
Di demoni, folle ed in ghingheri,
sei venuta a fare del mio spirito
umiliato il tuo letto ed il tuo regno!
Tu, infame alla quale son legato
Come il forzato alla catena
(…)”
(C. Baudelaire: Il Vampiro)
Ed anche Rudyard Kipling, dopo aver visto il quadro del Burne Jones, ha fatto proprio il mito di Lilith nella poesia Il Vampiro:
“(…)
Il folle fu spogliato fino all’osso
(così come tu ed io!)
Cosa che lei ben poteva veder quando lo mise da parte
(ma non v’è segno che la madama ci provasse).
Così qualcosa di lui visse, ma il più mori –
(così come tu ed io)
E non è la vergogna e non è la colpa
Che brucia come un marchio rovente –
È questo scoprire che lei non seppe mai il perché
(vedendo infine che mai avrebbe potuto sapere un perché
e che mai, proprio, avrebbe potuto capire!)”
La nostra Lilith, nelle sue peregrinazioni notturne ha ormai lasciato testimonianze in moltissimi ambiti narrativi, compaiono apparizioni fugaci nella musica, nei fumetti e nei moderni romanzi di Anne Rice che ha rinvigorito l’origine tutta femminile del mito vampirico; da una molteplicità di divinità ambigue, Lilith è fuggita dalla tradizione religiosa per entrare a far parte del nostro patrimonio folclorico-immaginativo, diventando il simbolo della madre snaturata e dell’amante perversa e non cesserà mai di tormentare, col suo fascino irresistibile, i sogni di coloro che si trovano sul suo cammino.