Non le sfuggì quel debole fruscìo proveniente dalla riva. Non poteva essere stato il vento dal momento che non tirava un filo d’aria e il suo intuito le diceva che non era stato neppure un animale a muoversi tra le siepi.
Qualcosa era nascosto dietro il verde, là, sulla riva del lago in cui lei si era immersa per rinfrescarsi dall’opprimente calura estiva di quella notte .
Si mosse lentamente per risalire ed intanto si guardava intorno alla ricerca di localizzare il punto da cui aveva sentito provenire il movimento.
Recuperò i vestiti e li indossò velocemente , mosse un passo e si fermò di colpo … sentiva nitidamente la presenza di qualcuno proprio di fronte a lei anche se i suoi occhi non lo vedevano ancora. Dalla tasca prelevò un’ampollina piena di un liquido verde e la strinse nel pugno.
“ Non ti servirà la magia con me, strega, non sono venuta a combattere ma solo a parlare ! ”.
La voce le giunse nel momento in cui da dietro un cespuglio si materializzò una figura alta e snella. Era una donna dai lineamenti bellissimi e, ai deboli raggi della luna, vide che aveva lunghi capelli rossi.
“ E da quando in qua i vampiri sentono il bisogno di dialogare con le streghe ? Hai forse perso la strada di casa ? “ Rispose Njmue.
“ Ho solo perso il mio uomo e sono tornata a riprendermelo, un uomo che non solo appartiene a me ma anche alla setta dei vampiri di Grisho, colui che lo ha creato, e che ora non ha più intenzione di continuare a subire l’onta di vedere una delle sue creature ridicolizzare l’intero mondo dei suoi simili. Sai di chi parlo, vero ?”
“ Immagino ti riferisci a Lestat. Ma non mi risulta sia mai stato il tuo “uomo! Potresti cominciare col presentarti, sempre che tu abbia un nome…”
La vampira si girò verso il lago dando il fianco a Njmue, quasi a dimostrarle che non provava alcun timore nei suoi confronti.
“ Il mio nome è Tania. Ti dice niente?”
Njmue non riuscì a trattenere un gemito di incredulità. Di fronte a lei c’era la donna che Lestat, ancora umano, uccise alla vigilia delle nozze.
“ Tania… non è possibile! Dopo la tua morte Lui ha fatto a pezzi il tuo corpo … come può essere che tu si qui ?”
La donna si voltò e la fissò dritta negli occhi. Nonostante l’oscurità, alla strega non sfuggì la crudeltà e l’odio con cui la stava guardando.
“ Vi sono cose che non si possono spiegare a voi miserabili umani, neppure a te che vieni ritenuta dagli stolti una grande strega, ma per me non sei altro che la povera contadina di un tempo! Togliti di mezzo Njmue e dimenticati Lestat se vuoi avere ancora una piccola speranza di sopravvivere. Non sai contro chi ti stai mettendo. Io sono solo venuta ad avvisarti.”
Così dicendo Tania curvò all’indietro la testa lanciando un grido di rabbia che si sparse per tutto il bosco e quando tornò a guardare Njmue il suo volto si era trasformato in una maschera orribile e, dalle labbra, spuntavano due lunghi canini.
Si sollevò da terra di un metro e sembrò volersi gettare addosso alla sua rivale.
La strega sollevò il pugno in cui stringeva l’ampolla, pronta a difendersi con il liquido magico in essa contenuto.
Riecheggiò una risata stridula che le procurò un dolore lancinante alle orecchie poi, sempre ridendo, Tania si trasformò in un pipistrello e in un attimo sparì nell’oscurità…
Prima che si spegnesse l’eco di quell’orribile risata, a Njmue giunsero le sue ultime parole:
” I vampiri non hanno un cuore, strega… Lestat berrà anche il tuo sangue ! Vattene finchè sei in tempo!”
*******
Lestat era seduto al tavolo di un bar all’aperto e fingeva di bere della birra dalla bottiglia, nel frattempo osservava la folla che si era radunata a quella festa nel parco. Tra di loro cercava la sua prossima vittima.
Quella sera aveva l’assoluta necessità di sfamarsi con sangue umano e quale posto migliore, dove andare a cercare, che in un raduno di così tante persone?
Era sempre difficile resistere al richiamo del dolce sapore delle carni di una giovane donna, ma, pur faticosamente, si era ripromesso di “accontentarsi” di altro.
Di sicuro avrebbe trovato un emarginato o un essere immeritevole su cui sfogare la sua fame, magari un delinquente sulla cui sparizione nessuno avrebbe indagato.
Improvvisamente sentì un battito d’ali vicino a lui e un soffio d’aria gli scompigliò i capelli. Le sue narici annusarono subito la presenza di un suo simile ancor prima di vedere il pipistrello depositarsi sulla sedia che aveva di fronte.
Un attimo dopo si trovò a guardare negli occhi la donna che, tanti anni addietro, aveva ucciso .
“ Tania! “
Njmue si sforzò di aprire gli occhi ma il dolore lancinante che sentì alla testa le annebbiò subito la vista, così che l’ambiente che la circondava, le appariva , oltre che sconosciuto, anche sfuocato, e solo dopo vari sforzi riuscì a capire che si trovava in una grotta ed aveva i polsi legati da una grossa catena d’acciaio saldamente inserita con un perno ad una parete. Sentiva qualcosa scenderle sulla fronte, era probabilmente il sangue che le colava da una ferita.
Faticava a ricordare cosa era accaduto e perchè lei si trovasse prigioniera in quel luogo.
“Lestat“…
Già! stava andando all’appuntamento con lui, ora ricordava!
Mentre camminava nel bosco, le era parso di sentire un movimento alle sue spalle e poi più nulla. I suoi ricordi finivano lì.
Fece qualche vano tentativo per liberarsi le mani ma fu tutto inutile. Era prigioniera … ma di chi?
Cercò di diradare la nebbia che aveva nella mente, raccolse tutte le sue forze, chiuse gli occhi e focalizzò l’immagine del vampiro nella sua mente per raggiungerlo con il pensiero…
“ Lestat vieni, aiutami …”
******
Il vampiro, in quel momento, era seduto sul ramo più alto di una grande quercia, dove solo gli uccelli notturni lo potevano vedere, ed attendeva già da parecchio tempo l’arrivo della strega senza riuscire a spegnere l’inquietudine che sentiva dentro. Intuiva che qualcosa era successo perchè era strano che lei si facesse attendere così tanto.
All’improvviso, nella mente, sentì nitidamente la voce di lei che lo chiamava.
“ Continua a parlarmi, Njmue, continua…”
Le grandi ali del pipistrello si levarono in volo sotto la volta buia del cielo e per un attimo oscurarono la luce della luna rendendo ancora più tetra la notte.
Mantenendo il contatto mentale con la donna non sarebbe stato difficile trovarla.
*****
Quando il pipistrello entrò nella grotta, sembrò che si portasse dietro un’intero spaccato di quella notte da cui era sbucato all’improvviso. Atterrò proprio davanti a Njmue e prese immediatamente forme umane.
“Tania… dovevo immaginare che fossi stata tu”! Disse la strega.
“Scusami se ti ho lasciata sola, mia cara, ma sentivo un certo languorino e, in attesa che tu ti svegliassi, sono andata a prendermi un piccolo antipasto. Ho pensato a te come mio dessert ! Dicono che il sangue di strega sia un po’ aspro, ma il tuo lo berrò con infinito piacere !”
Così dicendo, con la mano si pulì l’angolo della bocca per togliere le ultime tracce di sangue.
“Ancora mi chiedo come hai fatto ad eliminare altri vampiri. E’ stato fin troppo semplice prenderti, non mi sono neanche divertita. Che ti è successo strega, l’amore ti ha indebolita ?”
Njmue pensò che Tania aveva ragione. L’appuntamento con Lestat di quella sera era molto importante per loro e lei , immersa nei suoi pensieri, aveva abbassato la guardia così da non intuire il pericolo.
“Noto con piacere che non sei in vena di troppe chiacchiere ! ” Proseguì Tania e così dicendo le si avvicinò e le ruggì forte sul volto mostrandole i denti come fa una belva feroce quando sta per attaccare la sua preda. Il suo alito odorava di sangue fresco, un odore acre, metallico, nauseante. Njmue richiuse gli occhi e pregò che Lestat arrivasse in tempo.
Solo un attimo dopo lui atterrò sulla vampira scaraventandola a terra.
Maledetta, maledetta!! Ti avevo detto di non farti più vedere!” Lui le era sopra e le teneva le mani imprigionate tra le sue.
Lei gli sorrise senza che sul volto trasparisse alcun stupore:
“ Ti stavo aspettando, Lestat, anche tu hai diritto di bere il sangue della strega liberandoti così dalla stregoneria che ti tiene legato a lei. Tornerai libero, amore, forte e invincibile. E di fianco a te ci sarò io …”
Così dicendo lo baciò e Lestat sembrò , per un attimo, perdere ogni controllo su sé stesso. Ma fu solo un attimo. Quando si riprese la sua mano andò sul collo di Tania e cominciò a stringerlo con violenza. Sul suo volto una rabbia incontrollabile.
Con agilità lei si liberò dalla morsa e si avventò su di lui, così i due iniziarono un duro combattimento davanti agli occhi attoniti di Njmue.
Uno solo dei colpi che si infliggevano avrebbe ucciso qualsiasi essere umano, ma i due vampiri , pur feriti in ogni parte del corpo, continuavano a lottare con una ferocia animalesca. I tratti dei loro volti si erano deformati così da mostrare la parte più orribile del loro essere e dalla loro gola uscivano versi che di umano non avevano nulla.
Si mordevano strappandosi interi brandelli di carne , si conficcavano gli artigli nella pelle procurandosi solchi profondi, e si sbattevano violentemente contro le pareti di roccia…
La strega assisteva impotente a quello che sembrava un combattimento che non avrebbe mai avuto fine.
Poi d’un tratto Lestat ebbe la meglio quando riuscì ad intontirla picchiandole ripetutamente la testa contro la roccia. Senza pensarci un attimo, mentre la vampira tentava di riprendersi velocemente dallo stato di torpore, le strappò un lembo di veste e con quello le legò saldamente mani e piedi. Si alzò e andò verso la lampada a petrolio posta in un angolo della grotta e si pose in piedi sopra di lei.
“La prima volta ti uccisi per gelosia, ora ti distruggo per odio e lo farò con immenso piacere. Salutami i tuoi demoni quando li incontrerai e da quell’inferno in cui finirai spero tu non possa più tornare!”
Così dicendo le lanciò la lampada addosso con una forza così inuaudita che, dall’impatto sul corpo di lei, andò in mille pezzi creando una fiammata che investì Tania facendola diventare immediatamente una torcia umana.
Le grida di Tania accompagnarono il cammino di Lestat e Njmue per un tempo infinito prima che nel bosco e su di loro scendesse nuovamente il silenzio…
Continua….