Il castello
Quando le grida di Tania si spensero, il silenzio che calò su di loro sembrava quasi innaturale, tanto che nessuno dei due osò infrangerlo.
Proseguirono il cammino, mano nella mano, come a voler assaporare ogni secondo di quella pace mentre, lentamente , le ferite di Lestat si rimarginavano lasciando al loro posto solo striature rossastre a testimonianza dello scontro avuto poco prima con la vampira.
Rimasero stupiti entrambi quando, all’uscita da una fitta radura di alberi, si trovarono di fronte ad un ampio spiazzo verde sovrastato da un enorme castello semidiroccato.
Era sicuramente disabitato da tempo perché all’esterno piante e radici erano cresciute in modo incolto diramandosi lungo le mura rovinate dal tempo e dalle intemperie.
Sentivano il desiderio di riposare e di trascorrere insieme il resto di quella notte che sembrava non aver mai fine.
Quella doveva essere la loro prima notte d’amore e se non fosse stato per Tania… Njmue sentì un brivido percorrerle la schiena e intuì che anche Lestat pensava la stessa cosa. Nonostante tutto la loro passione era più viva che mai.
Istintivamente la strega mise una mano in tasca e strinse l’ampollina contenente il filtro magico che avrebbe reso il vampiro, per alcune ore, di nuovo umano, e fu felice di scoprire che era ancora integra.
Giunsero al portone del castello, era aperto quindi lo attraversarono entrando nell’immenso atrio.
Si fermarono attoniti da quanto i loro occhi videro. Si aspettavano rovine anche all’interno ed una situazione di completo abbandono, invece era tutto perfetto. Mobilia, tappeti e addirittura candelabri accesi. Vagarono per un po’ attraverso le stanze ed erano tutte ordinate e illuminate come se qualcuno vi vivesse. Ma non trovarono anima viva.
Erano secoli ormai che non si ponevano più domande sulle stranezze del loro mondo …
Njmue sentì dentro una sensazione piacevole che le diede sicurezza. Gli ambienti, in quel castello, erano stati resi accoglienti per loro e chiunque fosse stato a fare tutto ciò, non apparteneva sicuramente al male.
Trovarono la stanza da bagno. Era enorme come tutte le altre. Al centro una grande vasca rotonda era già piena di acqua calda e profumata e tutt’intorno tante candele di ogni colore erano accese.
Lestat prese Njmue tra le braccia e la strinse a sé trovando nel calore che gli trasmetteva il corpo della donna, l’unica beneficio in grado di fargli dimenticare tutto. Poi, distaccandosi a fatica, un po’ timidamente si spogliarono e si immersero insieme nella vasca pregustando già, con la mente, il momento che da tanto, troppo tempo stavano attendendo.
Uno di fronte all’altra, con i corpi uniti nel calore profumato dell’acqua, si sentirono per la prima volta una coppia di comuni esseri umani, un uomo e una donna innamorati, felici…
Fuori dal castello, intanto, dal cielo erano spariti improvvisamente tutti gli astri luminosi ed esso era diventato come una immensa e infinita voragine buia. Nessun rumore né movimento, nessun verso di animale o uccello notturno, nessun soffio di vento. Tutto era immobile, come morto.
Il vuoto più completo sembrava aver ingiottito l’intero mondo…
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La stanza da letto aveva una grande finestra che dava su quello che, un tempo, doveva essere stato un enorme giardino ed oggi , invece, ne portava solo pochi ed invisibili resti. I drappi delle tende, al contrario, erano perfettamente integri, così come tutto ciò che era all’interno. Il camino era acceso ed emanava un caldo tepore illuminando dolcemente tutto l’ambiente e creando ombre alle pareti. Il letto aveva un baldacchino dai cui lati scendevano tendaggi di velluto color porpora allacciati ai lati con nastri in tinta.
Era tutto meravigliosamente perfetto.
Lestat aveva bevuto il filtro fatto dalla strega ed era crollato a terra quasi istantaneamente contorcendosi, per qualche minuto, con dolori lancinanti in tutto il corpo che lo avevano lasciato stremato per un pò. Ma poi i sintomi erano spariti e, risollevandosi, fu felice di provare la meravigliosa sensazione di sentirsi nuovamente uomo dopo tanto tempo. Se il dolore era lo scotto da pagare per ritornare alla sua origine, sarebbe stato disposto a pagarlo sempre.
Njmue, nel frattempo, aveva sparso una polverina nera nell’aria ed aveva pronunciato, sottovoce, delle strane parole. Consapevole che erano ambedue pericolosamente indifesi, in quel frangente, aveva creato intorno a loro una bolla protettiva e invisibile entro la quale nulla e nessuno avrebbe potuto entrare.
Ora i contorni dei loro splendidi corpi nudi erano illuminati soltanto dalla flebile luce del camino.
Finalmente erano solo un uomo e una donna che potevano esprimere, attraverso i loro corpi, l’immenso amore che li univa.
Si guardarono negli occhi come se si vedessero per la prima volta e la passione esplose, improvvisa, come un fuoco inarrestabile…
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Persi nell’obblio del loro amplesso e protetti dall’incantesimo della strega, non si accorsero del nugolo di pipistrelli che entrarono dalla finestra formando una rumorosa e vorticosa nuvola nera . Stridevano e sbattevano le ali furiosi, cercando,con denti ed artigli, di penetrare l’invisibile bolla e raggiungere i due corpi che, ignari di quanto stava accadendo intorno a loro, erano avvinghiati in una coinvolgente passione . Tanti, dalla forza dell’impatto con cui si gettavano contro l’ostacolo, crollavano a terra esanimi, altri cercavano ostinatamente di penetrare l’involucro, ammassandosi come a volere, con la forza comune, ottenere lo scopo di infrangerlo.
Poi, dal nulla, un’immensità di accecanti luci bianche si materializzarono ed iniziarono a colpirli con una velocità che pareva quella di proiettili. Alcuni pipistrelli si trasformarono allora in vampiri per rendersi meno vulnerabili e tentando una difesa.
Ne nacque una sanguinosa battaglia in cui, però, i vampiri si videro subito perdenti. Le luci erano veloci ed indistruttibili.
La furia delle due forze in guerra produsse un’inferno . Vetri infranti, mobili distrutti e oggetti che volavano tutt’intorno andandosi a frantumare contro le pareti . Il sangue ed i resti dei pipistrelli morti erano sparsi ovunque quando gli ultimi superstiti decisero di battere in ritirata volando fuori dalla stessa finestra da cui erano entrati e dileguandosi nella notte.
Solo uno restò.
Si trasformò in vampiro e si fermò in mezzo alla stanza guardando in tono di sfida le luci che gli vorticavano intorno.
A quel punto le luci si unirono in un unico ammasso fosforescente che prese le forme di una donna.
Il vampiro la guardò stupito.
“ Elmet! Difficile credere che tu sia venuta a difendere un vampiro dalla sua distruzione. O è forse per difendere la strega che ti sei disturbata a scendere con le tue forze su questo luogo di dannati?” Il vampiro parlava guardandola diritta negli occhi quasi in tono di sfida.
“ Qualcuno in alto ha deciso per noi tutti, Kudlar. Il tempo in cui potevate protrarre indisturbati le vostre infamie è finito. Ora è tempo di guerra e solo alla fine si saprà quale forza prevarrà.”
“ E da quando in qua La Luce ha deciso di intervenire sulle sorti degli umani? Non siete voi che predicaste il libero arbitrio su questi inutili pezzenti? Lasciate quindi che si difendano da soli, come avete sempre fatto. O vi siete stancati della vostra esistenza tranquilla e noiosa?”
La donna si mosse verso il vampiro andandosi a parare di fronte a lui, l’altro rimase immobile.
“ L’impero delle tenebre sta per finire, Kudlar. Preparati a combattere perché la guerra sarà lunga e si concluderà solo il giorno in cui vedrò il tuo corpo ritornare cenere!”
Kudlar tentò, con una mossa fulminea, di afferrare al collo la sua avversaria, ma questa si spostò repentinamente posizionandosi alle sue spalle.
Il vampirò si girò pronto a difendersi ma in quel momento la figura si era sollevata nell’aria in procinto di andarsene.
“ Dimmi almeno perché sei intervenuta a difesa di un vampiro e una strega. Che cosa state nascondendo?”
Ebbe appena il tempo di finire la frase che si sentì sollevare e scaraventare fuori dalla finestra ove si trasformò subito in pipistrello. Prima di sparire nell’oscurità vide, con la coda dell’occhio che Elmet si era nuovamente frammentata in mille piccole luci e con esse stava di guardia all’esterno del castello per impedire ogni altro tentativo di invasione.
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Un raggio di sole illuminò i corpi bianchi che dormivano ancora abbracciati ed esausti dopo una lunga notte di passione.
Njmue fu la prima ad aprire gli occhi e si sentì felice nel guardare il suo uomo ancora steso accanto a lei. Era la prima alba vissuta insieme e chissà quanto ancora avrebbero dovuto attendere per viverne un‘altra.
Al tocco della mano di lei sul suo volto, anche Lestat si svegliò e rimase senza parole vedendo la luce del giorno che lo inondava. Sorrise felice e sentì come rinato.
Si girò verso di lei. Si stupiva sempre di quanto fosse bella. La baciò sulle labbra grato di averla accanto .
Avrebbero avuto tutto il giorno ancora per stare insieme. La pozione avrebbe perso i suoi effetti, sul vampiro, solo nella notte. Un intero giorno per amarsi ancora, per godere del piacere del cibo insieme, per camminare insieme, per viversi…
Scesero dal letto e fu dopo che Njmue dissolse la bolla che videro la rovina della stanza. Fu Lestat che per primo notò il sangue e i resti dei mantelli e delle ali percorse la loro mente : “ Vampiri!”…sparsi sul pavimento. Nessun corpo, solo cenere. I due si guardarono ed un’unica parola uscì all’unisono dalla loro bocca : “ Vampiri!”
Continua….