La profezia
Njmue cercava di capire dove si trovava e come fosse arrivata in quel luogo. L’oscurità era totale e faticava a vedere dove posava i piedi così che avanzava in modo cauto, ponendo avanti le mani per assicurarsi di non aver ostacoli sul suo cammino. Stranamente non si sentiva spaventata considerato che non sapeva neppure dove si stesse dirigendo e, pur sforzandosi di pensare, non ricordava di essere uscita di casa.
Con la velocità di un battito di ciglia, il nulla che la circondava scomparve e si trovò sulla riva di un lago, lo stesso in cui, un tempo ormai lontano, aveva pensato di lasciarsi morire. La luna illuminava l’acqua ferma creando su di essa una lunga scia di mille luci splendenti. Lo spettacolo di quella natura era meraviglioso tanto che Njmue si sentì invadere da una strana sensazione di pace e gioia.
Sorrise continuando a guardare l’orizzonte quasi ne fosse ipnotizzata.
La figura apparve a pochi metri da lei, in mezzo al lago, quasi fosse emersa dalle sue profondità.
Un attimo dopo la riconobbe. Era la vecchia che, quel lontano giorno, le aveva donato i poteri di strega.
“ Ciao Njmue” La salutò guardandola con infinita dolcezza.
“ Ester, ti credevo morta! Ora capisco… sei stata tu a chiamarmi qui.”
La vecchia le si avvicinò lentamente senza muovere le gambe, semplicemente scivolando immersa nell’acqua fino alle caviglie.
“ Infatti sono morta, mia cara. Il mio tempo sulla terra è finito il momento stesso in cui tu hai preso il mio posto. E ne sono stata felice, avevo bisogno di riposare… ora sono un’entità che dal regno dei morti segue le sorti dei mortali. Ti sono stata accanto in tutto questo tempo anche se tu non mi hai mai sentita.”
“ E’ vero, non ti ho mai sentita realmente, ma mi sono trovata spesso a pensare a te, soprattutto nei momenti in cui ho creduto di non farcela” rispose Njmue.
“ Te la sei cavata benissimo mia cara. Sei una donna forte e coraggiosa ed hai il cuore grande. Ma ora ti aspetta una prova molto dura e da questa dipende la sorte di tutti i mortali. Ecco perché sono qui.”
“ La sorte dei mortali? E cosa potrei fare io per influire sul loro futuro?” La strega cominciò a sentire una leggera ansia.
“ Tutto ciò che sta accadendo era previsto dalla notte dei tempi, Njmue, compreso il nostro primo incontro. Tu sei stata scelta fin dalla tua nascita. Per tuo figlio, invece, la scelta sarà data dagli eventi che seguiranno e dal tuo coraggio.” Ester ora la stava fissando negli occhi quasi a volerli penetrare.
“ Mio figlio? Ma che stai dicendo?”
“ Tu stai aspettando un bambino, Njmue. Figlio di Lestat. Il bene ed il male sono ora racchiuse nel tuo ventre e daranno corpo a colui che, da tempo immemorabile, stanno attendendo sia le forze dell’oscurità che quelle della luce. Colui che darà un volto nuovo al mondo così come lo conosciamo. Colui che avrà il potere di portare sia la pace sia distruzione”. La voce di Ester era diventata greve, severa.
Njmue rimase immobile, le parole le si erano bloccate in gola.
“ Ora tu dovrai combattere non solo per difendere la tua creatura, ma anche il destino del mondo. Tutto sarà nelle tue mani ed in quelle di Lestat. L’esito di quanto accadrà nel futuro sarà nel vostro coraggio di oggi. Preparati Njmue perché dovrai essere forte come non sei mai stata e soprattutto molto, molto attenta. Saranno in molti ora a darti la caccia. Trova un posto sicuro e abbi cura di te e del bambino. Per quanto mi sarà permesso fare io continuerò a starti accanto.”
Così dicendo Ester cominciò ad allontanarsi svanendo gradatamente fino a diventare una piccola forma di nebbia sparsa sulle acque del lago.
“ No fermati! Non andartene! Dimmi cosa devo fare!…” La strega urlò con tutto il fiato che aveva in gola, e continuò a urlare, a urlare…
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Si svegliò che stava ancora gridando. Il suo corpo era madido di sudore e le mani erano posate sul ventre quasi a volerlo proteggere dalle sue stesse grida.
Si sollevò a sedere sul letto.
Era stato solo un sogno. Ma non un semplice sogno. Ester le aveva fatto visita per avvisarla su quanto sarebbe accaduto ma se ne era andata prima di spiegarle tutto .
Njmue rimase immobile, come stordita, riascoltando mentalmente le parole dell’anziana strega.
“ Un bambino. Sto aspettando un bambino. Figlio di Lestat. Figlio del bene o del male… che voleva dire ? “
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Nello stesso momento in cui Njmue incontrava Ester nel sogno, una luce accecante comparve improvvisamente davanti a Lestat e lo investì in pieno. Il vampiro, preso alla sprovvista, tentò di coprirsi il volto per proteggersi, aspettandosi di essere trasformato in cenere. Ma poi la luce si compattò e si modellò prendendo forma umana.
Di fronte al vampiro ora vi era una eterea forma femminile vestita con un’ armatura chiara e luminosa. Il volto era bellissimo e perfetto ma gli occhi, impenetrabili, trasparivano una durezza che si scontrava con l’armonia dei suoi lineamenti. Lungo il fianco portava una lunga spada incisa con strani segni.
“ Ciao Lestat, ho per caso disturbato il tuo giretto notturno a caccia di prede?” Elmet abbozzò una specie di sorriso che risultò quasi una smorfia.
Il vampiro si preparò a combattere contro quell’ essere che non conosceva ma che pareva conoscere lui molto bene.
“ Chi sei? Che vuoi da me?”
“ Chi sono non ha importanza. Mi chiamo Elmet e sono stata inviata da te per parlarti.” Il sorriso ironico era sparito dal suo volto ed ora lo fissava diritto negli occhi con uno sguardo gelido.
Lestat, pur rimanendo immobile, era pronto ad un eventuale improvviso attacco da parte di chi lo stava fronteggiando. La sua muscolatura era contratta.
“ Non ti agitare Lestat, tanto sarebbe inutile. Sono venuta a farti le congratulazioni, sei padre! La donna che ami è in attesa di tuo figlio il quale sarà di fondamentale importanza per determinare il futuro dell’umanità intera. Il suo destino è ora solo nelle tue mani e nelle tue azioni.”
“ Un figlio?” Lestat sgranò gli occhi. La notizia lo colpì come una scudisciata nello stomaco.
“ Si, un figlio. Che potrà nascere sotto il segno della luce come quello delle tenebre. La differenza la farai tu”.
Si sentì improvvisamente svuotato, completamente indifeso. La notizia che Njmue era incinta lo riempiva di gioia ma anche di disperazione. Che sarebbe successo?
“ Cosa devo fare?” Le parole gli uscirono a malapena.
“ Diciamo che la prima cosa sarà quella di non poterti più nutrire con sangue umano. Una specie di piccolo sacrificio a dimostrazione delle tue buone intenzioni. Quindi ti consiglio di decidere subito, seduta stante, da che parte stare!”
Il sorrisetto ironico ricomparve sulle labbra di Elmet. “ Dovrai poi, ogni notte di luna piena, per tutti i nove mesi di gestazione della tua donna, salvare un innocente da morte sicura da parte delle forze del male. Nove vite da salvare, come nove saranno i mesi di vita di tuo figlio nel ventre della madre. Basterà un fallimento per definirne un destino diverso.”
“ E tutto questo a cosa porterà ?” Chiese Lestat
“ A fare di tuo figlio il condottiero del bene o, in alternativa, la mano distruttiva del male. Ma sta attento perché sono in tanti a volere questo bambino. La sua vita e quella di Njmue, nonchè la tua, ora sono in pericolo e tu dovrai occuparti di loro”.
“Ma tu chi sei? Perchè dovrei crederti?”
Nessuna risposta. Quando Elmet si trasformò nuovamente in frammenti luminosi fu come un’esplosione di luce. Lestat rimase accecato per qualche secondo prima di riaprire gli occhi e ritrovarsi solo in mezzo alla strada.
Gli parve di essere stato inghiottito e risputato dalla stessa notte.
La strega Sarahel
La stanza era illuminata dalla fiamma di 13 candele poste a formare un cerchio sul pavimento, e tutt’intorno ad esse le ombre creavano contorni fluttuanti e surreali. L’odore dell’incenso, nell’aria, era forte ma gradevole e si spandeva ovunque.
La ragazza si muoveva con una lentezza innaturale mentre spostava oggetti in varie parti della stanza come se stesse componendo una scena di cui solo lei conosceva il significato. Infine prese un grosso libro con la copertina in pelle incisa da ambo i lati ed entrò dentro il cerchio creato con le candele e lì si mise in ginocchio . Davanti a lei un piccolo braciere pieno di erbe sotto il quale vi era un foglio bianco con sopra disegnato, con inchiostro rosso, uno strano simbolo.
Indossava una tunica di tela bianca ed i capelli erano lunghi e sciolti sulle spalle.
In un angolo della stanza, nascosto dall’oscurità, il gatto la osservava, immobile, come se non solo comprendesse ogni singolo movimento, ma fosse lì per seguirla, passo dopo passo.
La ragazza accese il braciere ed il contenuto prese fuoco immediatamente creando una fiamma bluastra e fosforescente. Lei chiuse gli occhi e, tenendo il braciere tra le mani, iniziò una lenta cantilena interrotta, ogni tanto, da un attimo di silenzio.
D’un tratto il gatto lanciò un miagolìo acuto , rizzò il pelo sulla schiena e tirò fuori gli artigli, poi con uno scatto veloce, si lanciò verso la porta della stanza. La ragazza interruppe il suo rituale di soprassalto e girò il capo verso il luogo dove aveva visto sparire l‘animale.
Dal corridoio udì provenire rumori strani seguiti da miagolii striduli poi improvvisamente il silenzio.
“ Ascha …” pronunciò la ragazza sperando di veder apparire nuovamente il suo gatto.
Ma al posto suo, nella stanza, entrò una enorme figura scura. Era alta e imponente, completamente avvolta in un mantello nero da cui si intravedevano solo i tratti del volto ma, soprattutto, i due immensi buchi neri che aveva al posto degli occhi, come voragini spalancate su un infinito e terrificante abisso.
“ Finalmente ti ho trovata Sarahel. Devo dire che stavolta mi hai fatto un po’ penare per scovarti. Inutile che chiami il tuo gatto, ha appena raggiunto l’inferno dei felini ”. L’essere parlava con una voce che pareva giungere dal profondo delle tenebre.
La ragazza si alzò da terra e strinse con una mano il ciondolo che portava al collo, immediatamente da esso si irradiò una luce bluastra che la avvolse.
“ Non avvicinarti Marek o sarai tu a finire nell’inferi dei demoni”
Una risata agghiacciante uscì dalla gola del demone e colse di sorpresa Sarahel. Strinse ancor più forte il ciondolo come ad assicurarsi di averne la protezione.
“ Inutile che ti ripari dietro il tuo talismano, strega. Il tuo spirito guida è morto e guarda cosa mi ha regalato !” Così dicendo aprì la mano e le mostrò un ciondolo simile al suo che emanava la stessa luce.
“ Non puoi più farmi nulla, strega, ormai non hai più difese. Finalmente posso toglierti di mezzo definitivamente e tu non sai da quanto tempo attendo questo momento !”
Con un calcio spazzò via alcune candele che rotolarono sul pavimento spegnendosi, aprendo così un varco al cerchio magico in cui ancora si trovava la ragazza.
I due talismani emanavano forti bagliori e dirigevano la propria luce uno verso l’altro come a respingersi e ad annullarsi reciprocamente.
Sarahel capì di non avere più scampo e si sentì persa.
In quel momento si udì un fragore assordante . Qualcuno aveva scardinato la porta d’ingresso abbattendola in un sol colpo .
“ Sarahel sono Lestat e sono qui per aiutarti. Invitami ad entrare. Subito!”
La ragazza ebbe solo un attimo di esitazione poi a voce alta gridò: “ Chiunque tu sia ti invito ad entrare nella mia casa”.
Il vampiro entrò come un fulmine e si gettò immediatamente addosso a Marek al quale sfuggì dalle dita il ciondolo che cadde a terra.
Mentre tra i due iniziò una battaglia furibonda, la ragazza raccolse la pietra caduta e la strinse nella mano. Ora i due talismani magici erano di nuovo uniti ed il loro potere era completo.
Diresse il fascio di luce blu verso i due che stavano lottando aspettando il momento propizio per coinvogliarlo addosso a Marek. Ma le figure erano avvinghiate e nella penombra della stanza formavano un’unica ombra scura.
“ Allontanati Lestat, ora ci penso io” Gridò la strega
Il vampiro tentò di scrollarsi di dosso il demone ma questi era intenzionato a continuare lo scontro fino alla fine.
Finalmente Lestat riuscì, con un potente calcio, ad allontanare da sé il nemico e con un grido disse: “ Ora Sarahel !”.
Dalle mani della ragazza uscì una violenta luce blu che investì il demone e nel contempo la strega pronunciò poche incomprensibili parole. In un attimo l’essere parve quasi prendere fuoco poi le sue forme diventarono trasparenti e un secondo dopo si tramutò in un ammasso di cenere fluttuante che poi cadde ammucchiandosi sul pavimento.
Ne seguì un attimo di silenzio e poi Sarahel si rivolse a Lestat.
“ Mi avevano detto che eri passato dalla nostra parte ma ancora non sapevo se crederci. Ora ne sono certa. Grazie”.
“ Non c’è tempo da perdere con i convenevoli Sarahel, devo portarti in un luogo sicuro dove non potranno più trovarti. Non puoi più rimanere qui, ormai sanno dove sei e ne torneranno altri”. Rispose il vampiro.
“ Raccolgo poche cose e ti seguo”. Disse lei.
Uscendo dalla stanza la ragazza inciampò con i piedi in qualcosa di morbido e ancor prima di chinarsi già sapeva cosa avrebbe trovato. Una lacrima le scivolò lungo la guancia mentre accarezzava il corpo senza vita del gatto. Era stato il suo fedele compagno per tanti anni ed era morto per difenderla.
“ Non ti dimenticherò Ascha. Riposa in pace.”
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Il casale era enorme e immerso tra il verde e i boschi della collina circostante. La città più vicina distava molti chilometri e solo a fatica, nella notte, se ne potevano intuire le luci lontane.
Njmue passeggiava all’aperto nella tiepida notte primaverile , in attesa… Non riusciva a non provare una leggera ansia ogni qualvolta Lestat si allontanava da lei.
Aveva ricreato la bolla impenetrabile per un raggio di parecchi metri intorno alla casa , che rendeva invisibile l’area all’interno di essa, così che nessuno avrebbe potuto vedere il luogo dove si erano nascosti.
Il messaggio del vampiro le giunse chiaro nella mente: stava per tornare con la strega che aveva salvato.
Si diresse nei pressi del grande portone del casale in attesa di vederli apparire per inibire momentaneamente la protezione e farli entrare.
Grazie al cielo Sarahel era salva e il suo uomo stava tornando. Tutto procedeva bene.
Sorridendo posò la mano sul ventre accarezzandolo dolcemente. Fu in quel momento che una vocetta sottile le penetrò come un fulmine la mente.
“ Sono qui mamma…”
Continua