Una storia
Una storia
(scritta da Mat Jacobsen, con il nome di Buck Young.)
Tanto, tanto tempo fa, la Terra apparteneva alle creature del bosco. Con creature del bosco intendo gli gnomi e gli elfi, i fauni e le fate, i goblin, gli orchi, i trolls e gli spettri, le ninfe, i folletti e le driadi.
Custodivano e si prendevano cura del bosco, giocavano, danzavano, cantavano, accudivano agli animali feriti, risolvevano i litigi fra le specie, sedevano sui funghi discutendo questioni di grande importanza e bevendo te, scendevano lungo i corsi d’acqua su foglie e cortecce, e si paracadutavano dagli alberi con i semi del dente di leone. Questo era il mondo in cui nacque il genere umano.
Quei primi giorni, quando un uomo altro non era che un ospite per la cena, appena arrivato e che non aveva ancora preso il controllo di tutta la casa, sono documentati abbastanza bene nella letteratura e nel folklore del mondo, quindi non c’è bisogno di addentrarvisi. Ciò in cui sono interessato, e ciò in cui vi chiedo di interessarvi, è la domanda: “Dove sono andati tutti gli gnomi e gli elfi, i fauni e le fate, i goblin, gli orchi, i trolls e gli spettri, le ninfe, i folletti e le driadi?”
L’attrito fra l’uomo e le creature del bosco, cominciò con la scoperta dell’agricoltura. Con la scoperta dell’agricoltura nacque e si diffuse la civiltà. Le foreste furono disboscate per fornire il legno per i ripari e i campi per il pascolo e le colture. Il genere umano aveva insediato un accampamento e non era più solo un visitatore nel mondo di qualcun altro.
Il genere umano aveva respinto gli esseri selvatici fuori della propria porta d’ingresso appena costruita. Al principio questo non era un problema. Non c’erano molte persone e tutti gli altri sentivano che era solo giusto distribuire loro un piccolo pezzo di terra per fare ciò che volevano. Alcuni decisero persino di aiutare.
Gli gnomi si trasferirono nei granai e diedero una mano nei lavori di giardinaggio. Gli spiriti devici dei vegetali aiutarono gli umani ad organizzare meglio i loro raccolti, a pianificare una rotazione e insegnarono loro la correlazione fra i cicli planetari e lunari e l’anno agricolo, a piantare i ravanelli quando la luna è in Cancro, e a raccoglierli quando la luna è in Toro. Molti trolls sentirono che i cumuli di letame erano un cambiamento per il meglio, e anche loro decisero di stabilirsi.
Il resto delle creature del bosco si ritirò nei boschi, giocando scherzi birichini ai nuovi abitanti, come far inacidire il latte, mettendo a posto i mobili innervosendo le mucche, facendo il solletico sulla faccia delle persone mentre dormivano e rubando occasionalmente bambini lasciando al loro posto tronchi di legno.
Il dominio dell’uomo però, si diffuse (e si diffuse, e si diffuse, e si diffuse), e le foreste diventarono sempre più piccole. I boschi diventarono molto affollati e nella civiltà le cose peggioravano. La maggior parte degli agricoltori non ascoltava più gli spiriti devici. Le persone scoprirono che potevano incrementare la loro produzione trascurando i bisogni della Terra.
Aumentavano la produttività e uccidevano il terreno. I prodotti petrolchimici avanzavano. La maggior parte degli spiriti devici e gli gnomi fuggirono. I trolls rimasero. Oggi vivono per lo più sotto i ponti e nei canali di scolo poco profondi e sudici, sotto le grate metalliche nelle strade delle fattorie che le mucche hanno paura di attraversare.
Assicuratevi di suonare il clacson, prima di passare sopra una di quelle grate; un troll potrebbe essere appeso alla grata, dondolando sopra il suo soggiorno, nel modo in cui è solito fare dopo che si è rotolato nel letame e nel fango. Se non date un avvertimento, potreste passare sopra le sue dita e non è una buona idea avere il proprio nome o numero di targa sulla lista nera di un troll.
Ora rimane poca terra completamente inesplorata e anche quella si riduce ad un ritmo senza precedenti. Semplicemente non c’è spazio a sufficienza per tutti gli gnomi e gli elfi, i fauni e le fate, i goblin, gli orchi, i trolls e gli spettri, le ninfe, i folletti e le driadi.
Quindi, dove sono?
Sono morti?
No.
Allora, dove sono andati?
La risposta è un po’ sorprendente. Loro non sono andati da nessuna parte. Lo abbiamo fatto noi.
I primi umani avevano una conoscenza intuitiva del loro ruolo nella natura, proprio come gli orsi, i procioni, i topi e qualunque altra creatura. Essi comprendevano, dai modi degli esseri selvatici intorno a loro, che niente viene mai dal nulla e niente mai sparisce. Le cose cambiano forma. La morte è necessaria, affinché la vita continui.
Offrivano le loro capacità come sacrifici agli dei della natura. Offrivano preghiere, sacrifici e canzoni agli spiriti degli esseri selvatici, al fratello bufalo, al fratello cervo, al fratello pesce e al fratello albero.
Ora sappiamo che qualsiasi cosa sia mai esistita continua ad esistere, in una forma o in un’altra, e per quanto possiamo dire, essi erano più consapevoli di quelle cose di quanto lo siamo noi ora.
Quindi i sacrifici, le canzoni e le preghiere non assicuravano l’immortalità dei sacrificati, né nel corpo né nello spirito; di quello ci si era già preso cura. Ciò che questo assicurava era la continuazione della connessione fra lo spirito dell’uccisore e quello del sacrificato.
Uccidere è un affare pericoloso. La membrana che separa l’interno dall’esterno non è necessariamente tanto spessa o definita come siamo arrivati a credere. Ogni volta che uccidiamo, rischiamo di uccidere la realtà di ciò che è tanto dentro di noi, quanto lo è fuori.
Rischiamo di spezzare le connessioni che conducono dentro e fuori della membrana. Togliere la vita per alimentare la vita richiede un’acuta comprensione della legge naturale del dare e del prendere. Quando abbiamo perso quella comprensione, abbiamo rinunciato alle canzoni, al sacrificio, alle preghiere, abbiamo perso la connessione. Dire grazie non è sufficiente. Quando perdiamo quelle connessioni, ogni cosa muore – pesci, fiumi, rane, topi, chiunque. Non c’è modo per raggiungere il nostro interiore. I cinque sensi con cui siamo rimasti non sono sufficienti. Abbiamo rinunciato a quelle connessioni in cambio della libertà di disboscare le foreste, di far diventare le mucche macchine da latte e i polli fabbriche di uova. Possiamo fare esperimenti sugli animali, uccidere a bastonate le foche, indossare pellicce di visone, sterminare i piccioni viaggiatori, gli uccelli dodo, le balene, gli orsi, i delfini e i condor. Senza nessun senso di colpa.
Le linee sono state tagliate.
E abbiamo tutti l’impressione che sono le foreste, le creature, gli spiriti e le terre selvagge che stanno scomparendo dall’universo, e non noi. Non è così. Pensare questo è come pensare che se sei sull’orlo di un ramo e tagli quel ramo dell’albero, l’albero cadrà e tu rimarrai in piedi. Solo Bugs Bunny potrebbe farla franca in quel modo, ma noi non possiamo.
Quando ad un burattino si tagliano i fili, il burattinaio non crolla per terra. Quando un ragno taglia i fili che collegano la sua ragnatela agli alberi, la foresta non cade.
Siamo noi che siamo caduti dal mondo reale in un mondo dove possiamo vivere i nostri sterili sogni distorti, senza minacciare la Terra e i suoi abitanti.
Non vi siete mai chiesti come mai gli alberi, le pietre, i fiumi, i torrenti, gli uccelli, i serpenti, gli orsi e le rane non parlano più con noi, come erano soliti fare nelle storie antiche dei Nativi Americani, degli Indù, degli Africani, della Bibbia? È perché non siamo più in giro a parlare. Ogni taglio, ogni vivisezione, ogni uccisione meccanica delle mucche, dei maiali o dei polli sposta il nostro mondo di sogno sempre più lontano dall’albero, rendendo una riunificazione, che è ancora possibile, sempre più difficile.
Da qualche parte, non tanto lontano da qui, nel mondo reale, ci sono ancora le antiche foreste, il bufalo percorre le praterie, il cielo è pieno di condor, il cervo e l’antilope giocano, gli uccelli dodo vagano per le spiagge sabbiose, sbattendo contro le cose.
Nel nostro mondo di sogno, dove ci sono ancora terre selvagge, esistono ancora forti connessioni. Ponti, tunnel e portali. Occasionalmente un viaggiatore si potrebbe perdere nelle lande deserte e ritrovarsi nel mondo reale, tornando il giorno successivo per scoprire che sono passati un centinaio d’anni, oppure non tornare affatto.
Ci sono anche connessioni più effimere – ruscelli e cascate, dove potete ancora sentire le voci che arrivano dall’altra parte, se ascoltate abbastanza attentamente. Quando si siedono vicino a queste acque, possono sentire suoni forti e grida. Quando mangiano psilocybin ogni cosa smette di splendere e al posto della foresta compaiono i condomini. I nostri bambini possono vedere il loro mondo nei loro sogni. I loro bambini possono vedere il nostro nei loro incubi.
C’è anche un’altra connessione. Talvolta agenti che arrivano dall’altra parte, si infiltrano nel nostro mondo per tentare di facilitare la riunificazione. Che ci crediate o meno, manchiamo dall’altra parte.
A volte, più spesso di ciò che potreste pensare, mandano anime nel nostro mondo per nascere come bambini umani. Tipo un socialista, un comunista o un anarchico che entrano nell’arena politica Americana e si candidano per un ufficio nel tentativo di effettuare cambiamenti dall’interno. Ce ne sono davvero molti – gnomi ed elfi, fauni e fate, goblin, orchi, trolls e spettri, ninfe, folletti e driadi – che vanno in giro in corpi umani, facendo cose folli come scrivere sui muri, lavorare in cooperative, gestendo locande in montagna, parlando fra sé e sé per la strada, facendo ceramiche, illustrando libri per bambini, inchiodando alberi e facendo esplodere i trattori.
Piantano giardini bio-dinamici, si siedono in giardino nudi, litigando con Satana. Sono in manicomio, imbottiti di torazina, nelle aule di scuole sotto l’effetto del Ritalin e del litio. Vivono con gli Indiani. Gestiscono centri di riciclaggio. Danno il via alle rivoluzioni, corrompendo i giovani, inventando teorie cospirative paranoiche, inventando religioni. Dirigono film, trangugiano acidi, bevono pesantemente e scrivono poesie.
La transizione dal loro mondo al nostro non è facile. Sono implicati rituali intricati ed incantesimi. La transizione non è facile per l’anima. Molto viene perso.
Non hanno idea di chi o cosa sono al principio. Potrebbero scoprirlo oppure potrebbe non succedere. Sapranno che non sono come tutti gli altri. Sapranno che questo mondo non è il loro. Ricorderanno appena qualcosa di meglio, dove le cose avevano senso e funzionavo come avrebbero dovuto, dove l’amore e la magia avevano il potete di sanare.
Sapranno che ciò che rende le altre persone felici non rende loro felici, e ciò che rende loro felici li rende ancora più felici di chiunque altro sia vivo.
Vedranno cose che gli altri non possono vedere; sentiranno cose che gli altri non possono udire, proveranno cose che gli altri non possono provare, e sapranno cose che gli altri non sanno.
Rideranno molto o piangeranno molto o tutt’e due.
Ameranno gli umani individualmente, ma avranno dei momenti difficili con l’umanità come un insieme che, occasionalmente, potranno arrivare a detestare.
Avranno una manciata di amici molto intimi e spesso saranno molto soli.
Saranno i più infelici, quando saranno forzati ad agire come umani e a fare le cose che fanno gli umani, a volere le cose che vogliono gli umani o quando essi sono convinti che sono veramente umani.
Le cose non saranno facili per loro. A causa dei loro ricordi dell’altra parte, a loro il mondo sembrerà essere una meravigliosa giostra con solo pochi denti mancanti su un ingranaggio, e, a causa di questa piccola mancanza, la musica è fuori accordo, i cavalli si scontrano l’uno con l’altro e i bambini sono impauriti, feriti e piangono.
Le soluzioni sembreranno ovvie ma nessun altro ascolterà.
Saranno ripetutamente puniti per aver gridato FUOCO! in un teatro affollato, quando l’edificio è in fiamme e nessun altro può vedere. Verranno colpiti al polso, per aver indicato i segnali “USCITA” quando tutti gli altri corrono intorno urlando e calpestandosi.
Saranno zelanti, fanatici e didattici riguardo alle loro credenze. Essi si sentiranno completamente confusi.
Avranno visioni estatiche e balbetteranno incoerentemente. Saranno estremamente eloquenti. Sono inclini a lunghi periodi di silenzio. Non hanno idea di come dire ciò che vogliono veramente dire.
Trascorreranno moltissimo tempo con i bambini e gli animali.
Diventeranno nemici degli ubriaconi e dei drogati, giardinieri organici, saponieri Esseni, falegnami, folli, maghi, giocolieri e pagliacci, scienziati pazzi, pittori e scribacchini, viaggiatori e pellegrini.
Vestiranno con colori brillanti, maglioni fuori moda o tutti di nero.
Fumeranno e berranno troppo. Mangeranno solo cibi macrobiotici. Svilupperanno una dipendenza al Mountain Dew.
Saranno spesso accusati di vivere nel proprio mondo di fantasia.
Diventeranno grandi amanti. Sì, anche i trolls.
Passeranno molto tempo sia facendo l’amore sia pensando a fare l’amore.
Parleranno agli oggetti inanimati.
Avranno gli occhi più brillanti di chiunque altro.
Si aspetteranno che la loro magia funzioni in questo mondo e che il loro amore guarisca, e saranno schiacciati da questo mondo e, spesso, non se lo aspetteranno.
Visiteranno luoghi in cui esistono ancora le connessioni: le cascate, le montagne, l’oceano, le foreste. Tireranno fuori tutto il potere che hanno e, a volte, a volte, la magia funzionerà, e tutto sarà straordinariamente facile. Il dente crescerà ancora sull’ingranaggio della giostra, il tono si correggerà, i cavalli si muoveranno su e giù con grazia, e i bambini rideranno e canteranno con lo zucchero filato attaccato alle loro guance e ai loro nasi.
Trascorreranno le loro giornate tentando di riconnettere un ramo che altri milioni sono ancora occupati a tagliare. Spesso, sarà più di ciò che possono sopportare.
Mentre il resto dell’umanità è occupato a lavorare su modi nuovi e più efficaci per devastare la Terra premendo solo un pulsante, essi la stanno salvando, una manciata alla volta.
Essi condivideranno la convinzione comune che sono i soli individui sani in un mondo impazzito.
Hanno ragione.