Il piccolo Cavalforconi
La storia che segue è liberamente tratta da Storie di streghe di L. Bechstein, e si basa su materiali tratti dall’Archivio distrettuale dello Henneberg di Meiningen a cui Bechstein ebbe libero accesso dal 1831 al 1860 in qualità di bibliotecario e archivista. La storia che segue, per quanto incredibile, è quindi vera.
Il piccolo Cavalcaforconi
(Sulla base degli atti di un archivio baronale in Franconia)
Era il periodo della guerra dei Trent’anni, l’anno del Signore 1627; anno di grazia non si può dire, perchè in quel periodo v’erano in Germania veramente tante disgrazie. Da una parte la guerra, dall’altra il più spaventoso ottenebramento dello spirito.
Il castello dei Cavalieri di MaBbach, nell’omonimo paese, allora era sotto la sovranità della Sassonia-Henneberg. L’aula del tribunale si trovava nel Neuerbau, un edificio che i signori di MaBbach avevano fatto costruire come appendice dell’antico castello.
Nell’aula erano riunite diverse persone: il signore giurisdizionale Philipp Christoph di MaBbach, la di lui madre; Nicolaus Mergilet parente prossimo dello stimato signor Andreas Mergilet coronato poeta imperiale e che assolveva al compito di scrivano.
Ora stava interrogando un piccolo di circa nove anni di nome Linhard, figlio del guardiano di maiali; lo scrivano si schiarì la voce e pulì gli occhiali con il suo fazzoletto, poi immerse la penna nel calamaio, si sistemò uno strato di carta da protocollare e dopo un ammonimento a dire spontaneamente tutta la verità, cominciò l’interrogatorio.
-Come ti chiami?-
-Linhard, signore!-
-Linhard, bene, e il cognome?-
-Non so niente di cognomi.-
-Stolto! Come si chiama tuo padre?-
-Guardiano di porci!-
Dopo un sospiro di impazienza, lo scrivano continuò:
-E’ vero che conosci le arti magiche, che sai cavalcare i forconi e che hai esercitato tali arti?-
-Sì, è vero.- risponde il ragazzo
-Quando e dove hai imparato tali arti?-
-Due anni fa, a Rheinfeld!- ( oggi Rheinfelshof )
-E da hai imparato queste arti?-
-Dal guardiano di porci di Rheinfeld!-
-Perdinci, sempre guardiani di porci! E sicuramente ti penti di cuore di aver imparato tali infami arti, te ne penti sinceramente?-
-No! Non me ne pento per nulla, perchè sono proprio belle arti.-
Lo scrivano lo guarda inorridito, ma continua a fare domande.
-Hai usato il cosidetto balsamo o unguento delle streghe? Dove lo hai preso?-
-Non ho mai preso niente, l’ho sempre comprato dal becchino di Schweinfurt, lui ne ha, un litro per cinque soldi.-
-Di che cosa è fatto tale unguento? Sei venuto a saperlo? Dillo apertamente e liberamente!-
-Perchè no? Viene fatto con latte, neonati non battezzati e altre cose che io non conosco.-
-Neonati non battezzati?! Terribile! Non si prepara forse con questi anche qualche altro prodotto di stregoneria?-
-Sì, certo, si produce anche della polvere che va molto bene contro i topi, un solo granellino di questa polvere sul muso del topo e questo muore all’istante!-
-Stolto! Quando il topo è stato catturato non c’è bisogno di questa polvere, basta schiacciarlo.-
-Sì, certo, ma la polvere è migliore.-
-E quando non si hanno a disposizione bambini non battezzati?-
-Allora possono andar bene anche gli ebrei.-
-Diavoletto! Fuoco infernale! Hai veramente visto il diavolo correre scalzo! Quanti unguenti riescono a fare i tuoi compagni da un infelice bimbo come te?-
-Da 5 a 6 litri, invece un ebreo se è bello grande, da di più, da veramente molto.-
-Lo sanno tuo padre e tua madre di queste tue arti?-
-Certo! Ognuno di noi ha la sua scodella di unguento, mio padre la usa tutti i giorni.-
-Accidenti! Basta! E in che modo viene usato questo unguento e che effetti ha?-
-Se si cosparge con l’unguento un ammalato, guarisce; se si cosparge una persona sana, si ammala e muore.-
-Ma questo unguento ha effetto anche sugli animali?-
-Certo! Ha un effetto straordinario. Per uccidere un cavallo basta cospargere il naso e le quattro zampe.-
-Horribile dictu! Hai veramente osato commettere un peccato orrendo come l’uccisione di animali?-
-Solo un paio di volte. Un anno fa in estate. Mia madre mi portò con se a Rheinfeld, andava a lavorare a giornata da un contadino di nome Heikermann, lui non era contento che mia madre mi avesse portato con se, perchè doveva sfamare due bocche invece di una e brontolava sempre. Mi fece molta rabbia, allora mi infilai nella stalla e cosparsi di unguento muso, zampe, naso e coda del suo cavallo, che durante la notte impazzì e morì furioso prima del canto del gallo. Il contadino quando entrò nella stalla e lo vide cominciò a urlare ” Chi è stato quel diavolo che ha martoriato il mio cavallo in questo modo? ” Io stavo zitto, ridendomela sotto i baffi, quel diavolo ero io.-
-Genia infernale! Figlio di Satana!, esplose lo scrivano, e l’hai compiuto da solo questo delitto?-
-No, qualcuno mi ha aiutato.-
-Chi ti ha aiutato?-
-Il mio signore, lo spirito, Belial!-
-Signore Gesù- gridò spaventata la nobildonna e rabbrividì – che aspetto ha lo spirito e in che modo viene da te?-
-Ha un aspetto terribile, ed entra dalla finestra. Ha una barba nera e grandi piedi equini.-
-Quando viene, porta qualcosa a te o ai tuoi genitori?-
-Sì! E’ venuto ieri e ci ha portato un secchio di vino invecchiato. E tutte le volte ci porta anche una torta gialla, molto buona.-
-Di signori e spiriti hai solo questo?-
-Ne ho sempre uno alla volta, questo per me è il quinto.-
-E per quanto tempo si è trattenuto questa ultima volta?-
-Per metà della notte, abbiamo bevuto insieme, poi si è coricato vicino a me e ha cantato fino all’alba.-
Il diavolo ha cantato! E’ proprio una novità, questa! esclamò il nobile MaBbach.
-Sei stato anche al sabba delle streghe, e dove?- continuò lo scrivano.
– Sì, certo, allo Zeusinge, dove si fanno molti sabba e c’è anche una fonte dalla quale ho dovuto bere per imparare l’arte.-
-Quando e come hanno avuto luogo queste danze?-
-Ogni anno abbiamo cinque danze sacre allo Zeusinge, di cui una a Natale, una a Pasqua e una a Pentecoste.-
-Gesù Cristo!- gridò la nobildonna – queste le chiama l’inferno, danze sacre!-
-C’era anche musica ai sabba infernali? E chi suonava?-
-Sì! C’era musica tutte le volte. E suonavano i pifferai Hans di Weipoltshausen e Shaafbalzer di Zella e anche altri che non conosco. La vecchia Valbers Coppin deve far luce e sua figlia Anna pulisce la lampada. La Naseubarb partecipa alle danze e anche il vecchio Pfutzeuhannes con suo figlio.-
-E che cosa mangia l’empia cricca di streghe durante i sabba?-
-Pappa di miglio, carne, lepre e anatra in salmì, anche torte e beviamo del buon vino.-
-Sai anche come danneggiano le colture?-
-Sì, certo, io però non l’ho mai fatto. Lo scorso anno, gli stregoni, hanno distrutto tutto, quest’anno invece vino e grano prospereranno-
-Chi sono gli stregoni?-
I-l vecchio Pfutzeuhannes è uno di loro.-
-Questi stregoni uccidono anche gli uomini? E come?-
-Pfutzeuhannes è capace di farlo e anch’io, ma non lo faccio. Basta solo gettare un po’ di polvere dei bambini sulla nuca di qualcuno e costui morirà.-
La nobildonna urlò di terrore; aveva avuto all’improvviso una sensazione di solletico alla nuca e si voltò per vedere se ci fosse qualcuno dietro di lei a spargerle polvere sul collo.
-E questi compagni del diavolo, credono al castigo eterno?- chiese lo scrivano.
-Certo che credono al castigo. Ad esempio Pfutzeuhannes quando morirà dovrà sedere in eterno davanti alla porta dell’inferno e guaire come un cane.-
-Dunque ragazzo- chiese a questo punto la nobildonna – se il tuo signore ti ordinasse di uccidermi un bue, lo faresti?-
-Se Vostra Signoria non se ne ha a male indubbiamente sì. Dovrei comunque farlo anche se non volessi altrimenti il mio signore mi ucciderebbe.-
Lo scrivano scosse la testa e mormorò ” Mulier taceat in ecclesia “. Fece un rigo sotto il protocollo e disse: -Gentili signori, per oggi può bastare. Ritengo sia opportuno che il nostro nobile tribunale mandi il protocollo odierno al governo regionale di Meiningen, chiedendo un consiglio su come regolarsi.-
Il nobile MaBbach chiese al ragazzo: -Sai chi è stato ad uccidermi il cavallo? Confessalo subito liberamente.-
-Il figlio di Pfutzeuhannes, è stato lui, me l’ha confessato ieri.-
Lo scrivano si girò verso l’usciere dicendo: -Si porti via il ragazzo e lo si custodisca per bene.-
-Pfutzeuhannes e il suo diabolico figlio devono venire subito incarcerati – ordinò il nobile MaBbach – e con queste parole lasciò il tribunale.
Lo scrivano sbuffò e gemette. E pensava: “Proprio un bel lavoro d’inferno questo; un tale interrogatorio ti fa accaldare e venire il capogiro. Ma vedrai farabutto che ti prepareranno proprio un bel rogo allo Zeusinge, dove hai danzato. Ho già fatto altri interrogatori, ma mai a nessuno così giovane e insolente, come se non gli importasse nulla che la sua anima sia persa in eterno”.
Il giorno dopo, al momento dell’interrogatorio, si ripetè la scena del giorno precedente. Il piccolo cavalcaforconi doveva fare una confessione ancora più ampia, perchè richiesta dalla nobildonna, che la sua curiosità era più forte del suo terrore e della sua paura.
E poi mai un accusato di stregoneria era stato così disponibile a confessare senza nemmeno la minaccia della tortura.
I nobili giudici erano già seduti, il piccolo Linhard sedeva alla sbarra e lo scrivano disse: -E’ stato reso noto che alcuni giorni fa ardeva un fuoco nella casa dei pastori, mentre diverse porte si aprivano e si chiudevano. Che cosa stava succedendo?-
-E’ stato l’altro ieri, quando il mio signore è giunto con un bimbo morto. Abbiamo acceso il fuoco, perchè sul focolare non c’era abbastanza posto per una pentola grossa. Poi abbiamo bollito il bambino, mia madre sedeva e preparava corone di lustrini per il matrimonio del mio signore. Le corone servono per la sposa.-
– Corone…Spirito…Bimbo…matrimonio…Sposa…si fa tutto sempre più pazzesco – mormorò lo scrivano – che altro sai di stregoneria e arti diaboliche che siano state messe in pratica, e da chi?-
– Un anno fa mia madre lavorava all’osteria di Heidenfeld. Qui si ripetè quello che era accaduto dal contadino di Rheinfeld; l’oste mi guardava con espressione arcigna, allora un gallo, due galline e un maiale, hanno dovuto morire. Inoltre, 5 anni fa il vecchio Pfutzeuhannes ha ucciso quattro mucche e cinque buoi di nostra Signoria, sul prato del Neuenbau.-
– Terribile, inaudito – strillò la nobildonna – E lo veniamo a sapere solo ora! Presto scrivano, mette agli arresti il vecchio.-
– E’ già incatenato giù nel carcere delle streghe, mia Signora – rispose lo scrivano, e fece per riprendere l’interrogatorio ma fu interrotto dal messaggero inviato il giorno precedente al governo regionale. Il nobile signore prese il messaggio che gli recava, lo aprì e lo passò allo scrivano, affinchè ne desse pubblica comunicazione.
Lo scrivano si alzò in piedi per leggere:
– Nobili e carissimi amici, abbiamo appreso dal vostro scritto ciò che il figlio del pastore ha confessato liberamente, per quel che concerne l’arte della stregoneria. Per convalidare queste affermazioni si prendano comunque le dovute informazioni, in particolare per quello che riguarda l’unguento presso il becchino e vedere se tutti i delitti menzionati dal ragazzo sono veramente accaduti. Dovrete sottoporre ad interrogatorio le persone sospette, badando che il ragazzo ripeta le sue affermazioni. Poi interrogate gli imputati sulla loro vita e condotta per poter portare tutto ad un tribunale degli scabini. Può rendersi necessario, per sicurezza, di interrogare i vicini di casa degli accusati, per sentire quello di cui sono a conoscenza. In ogni caso è meglio non fare troppo affidamento sulle confessioni del ragazzo, tantopiù se le dovesse ritirare o modificare. Per quel che riguarda le sue arti magiche, se dovesse persistere in esse, bisognerà impartirgli una vigorosa correzione scolastica. Sempre a vostra disposizione.-
Meiningen, 14 Febbraio 1627
Cancellieri e consiglieri.
– Questo consiglio è molto ragionevole… – cominciò il nobile MaBbach.
– Sarei ansiosa di sapere, disse la nobildonna, come funziona questa capacità di cavalcare i forconi. Linhard dovrebbe essere seriamente interrogato su questo punto. Sappiamo che le streghe si recano ai sabba cavalcando scope, ma se siano effettivamente scope o forconi e come funzioni il fatto, non lo sappiamo.-
-Visto che la signora madre lo ordina, si faccia entrare il ragazzino e lo si interroghi nuovamente sull’arte di cavalcare forconi!- ordinò il nobile MaBbach.
Linhard entrò con il suo sguardo allegro e tranquillo, i presenti presero posto in dignitoso atteggiamento e lo scrivano cominciò:
– Ci devi dire apertamente come funziona l’arte di cavalcare forconi.-
– Dovrei allora avere perlomeno un forcone e il mio unguento.- rispose il ragazzo.
– Tali vergognosi corpora delicti sono già qui – rispose lo scrivano, e fece cenno al messo del tribunale che subito andò a prendere una scodellina contenente una sostanza densa e grassa, dall’odore nauseabondo.
– Ehi, eccolo qui, neanche fosse stato fatto venire per magia, esclamò Linhard. Allora, guardate bene, quando appresi l’arte c’era mia madre, eravamo allo Zeusinge; fui condotto alla fontanella, e tutti gli spiriti, uno dietro l’altro, mi versarono addosso una manciata d’acqua.-
– Che cosa hai dovuto dire, allora?-
– Non lo so.-
– Cerca di ricordarlo, sicuramente avrai dovuto parlare: disconosco il Signore?-
– Neanche per idea, ho dovuto parlare; ho solo imparato, punto e basta. Se voi mi insegnate a scrivere io vi insegno la mia arte.-
– Non ho nessun desiderio di imparare e tu non hai il diritto di imporre condizioni. E adesso raccontaci come avviene la cosa, come riesci a volare?-
– Quando mi muovo, non mi muovo sulla terra, ma nell’aria e quando vengo giù, cado in modo molto morbido, come su un letto. Di recente sono andato a Birnfeld a prendere due secchi di vino.-
– Come fai a portare simili pesi?-
– E’ semplice, attacco dei gatti; se si attaccano quattordici gatti, si può trasportare un’intera botte di vino, ne ho presa una nella cantina dell’ospedale di Wurzburg! Posso anche realizzare un desiderio, se lo dico ad alta voce, ma qualcuno deve morire.-
– Per amor di Dio, sta zitto! – gridò la nobildonna – E’ veramente terribile! Linhard! Sicuramente non ti comporterai in modo tanto empio e diabolico!-
Lo scrivano riprese l’nterrogatorio: – Come fai dunque quando eserciti la tua nobile arte liberale?-
– Certo che è liberale, non mi pento di averla imparata e dovreste impararla anche voi. Ve la voglio mostrare e scommetto che quando la prossima volta uscirete a cavallo, vi porterete dietro un ebreo morto e ve lo cuocerete, nonostante tutto. Guardate, questo è il forcone con due rebbi, ogni manico da rastrello va bene, senza denti però, e sotto ci devono essere due corni. E questo è l’unguento. Ne prendete un pò con due dita e ne cospargete il manico per bene, poi passate la mano sull’intero forcone. Vi sedete quindi a cavalcioni, e adesso la cosa principale, fate bene attenzione alla formula magica:
Comincia a muoverti
che nessuno mi scorga,
nessuno veda
la punta rossa!
Cavalco, cavalco,
che nessuno mi pesti,
che nessuno mi peschi.
Il piccolo Cavalcaforconi non aveva ancora finito di pronunciare le ultime parole che si sollevò in aria; un colpo di vento aprì la finestra e in un batter d’occhio il giovane mago era scomparso davanti agli occhi di tutti.
La nobildonna cadde svenuta, il nobile MaBbach se ne stette lì tremando tutto come un babbeo, lo scrivano quasi cascò dalla sedia e se la prese con l’uscere.
Il cane del nobile signore si mise la coda tra le zampe e guaì.
Mai più nessuno ha visto nell’odierno distretto di Munnerstadt o nel circondario, il piccolo Cavalcaforconi e di conseguenza non possediamo altri atti sul suo conto.