Madame Voisin
Accadde a Parigi nel 1679-1680. La Marchesa di Montespan e’ costretta a lasciare la sua prestigiosa posizione a Versailles. Amante di Luigi XIV dal 1667 al 1679 (undici anni, un record), periodo durante il quale regalo’ al Re Sole ben 8 figli, ha dovuto cedere il posto ad altra concorrente piu’ giovane ed avvenente.
La Marchesa pero’ non si da’ pace e cerca disperatamente qualsiasi artificio per poter riconquistare il favore del re.
Viene cosi’ in contatto con una celebre strega parigina di quei tempi, Madame Voisin e con un certo Abate Guilbourg (prete regolarmente ordinato), noto negli ambienti della Corte per certe sue stranezze tra le quali quella di officiare, in gran segreto, messe nere che poi in realta’ si concludono in orgie sfrenate per il diletto dei nobili partecipanti.
I due convincono la Montespan che solo l’intervento del Diavolo potrebbe favorire il ritorno della Marchesa nell’alcova del re e decidono di invocare il suo aiuto con un’adeguata serie di messe nere.
La celebrazione in questione, secondo un rito inventato dallo stesso abate, prevedeva:
* un altare costituito dal corpo nudo della Montespan disteso su un tavolaccio
* calice ed ostensorio sistemati tra le gambe e sul pube della Marchesa
*ostie impastate con materiali innominabili e consacrate dall’officiante con inedite bestemmie
* recitazione della messa al contrario, dall’Ite missa est all’Introibo….
* benedizione eseguita con sangue di animali domestici sacrificati al momento o con sperma umano (o, come alcuni sostengono, con sangue di bambini sacrificati ai demoni Astaroth e Asmodeo)
* conclusione del rito con un bacio osceno del celebrante alla postulante.
Divenuta la cosa di pubblico dominio, la Corte ordino’ un processo che fece scandalo in tutta l’Europa e che si concluse con:
* la condanna della Montespan al confino perpetuo nella sua tenuta di Bourbon-L’Archambaut, dove mori’ nel 1707, all’eta’ di 67 anni
* la condanna al rogo della Voisin che venne eseguita il 22 Febbraio 1680 sulla Place de Grève di Parigi
la condanna del Guilbourg ad essere murato vivo nella cella di un convento. Alcuni autori pero’ nutrono dubbi sulla vera sorte del singolare abate.