Streghe, Clero e inquisizione
“strega è quella donna che, untasi con un suo unguento, va in ore notturne ad un congresso d’altre streghe… qui rinnega la fede ed il battesimo”
(Girolamo Tartarotti)
Per definizione enciclopedica l’inquisizione è un’inchiesta condotta da un tribunale ecclesiastico con metodi lesivi dei diritti e delle libertà egli individui.
Questa metodologia è ancora in vigore; la reclusione di molti innocenti nelle galere di tutto il mondo, l’utilizzo della tortura per estorcere confessioni, la richiesta all’accusato di dimostrarsi non colpevole: alle donne che denunciano lo stupro si chiede di giustificare pensieri e comportamenti.
Spesso nelle scuole la storia è cronologia dei misfatti del potere, ma ciò che si può dedurre è solo frutto dell’interpretazione dei documenti… se ne possono fare diverse letture, ma a volte ciò che pare improbabile rispecchia la vita quotidiana, poco citata.
Nel secolo XVII il duca di Lorena racconta come i suoi uomini, costretti nei castelli all’isolamento, potevano concedersi, come unica e quindi legittima libertà, di maltrattare e violentare le donne delle famiglie dei servi maggiori: “serve di corpo” erano le mogli, madri, sorelle e figlie: era un diritto, come lo è per i soldati dell’esercito vincitore che “usano” le donne dei vinti, al pari delle proprietà.
Molti storici paragonano il medioevo ad un’immensa nebbia di noia e terrore che ha avvolto il mondo; solo la cultura popolare ne tenta un superamento.
Tutto ciò che non collima con le interpretazioni del potere, soprattutto ecclesiastico, diviene eresia che per definizione è un atto d’intelligenza in opposizione all’atto di fede che è accettazione indiscussa dell’insegnamento della chiesa.
Se con la bolla papale del 1542 viene demandato a sei cardinali inquisitori di incriminare chiunque sia sospetto d’eresia, lungo i secoli la lista si allunga…Giordano Bruno, Galilei, Darwin …non vi è scienza che non sia tacciata d’eresia…c’è ancora chi afferma che la bibbia ha un fondamento scientifico!
La donna è proprietà dell’uomo, anzi degli uomini!
I contadini medievali, descritti come fortunati perché usufruiscono di un reddito, in realtà conducono una vita estremamente precaria poiché tutto debbono al signore delle terre che può riprendersi in qualsiasi momento ciò che ha concesso (diritto di prensione); secondo la giurisprundenza del Bèarn “il primogenito del contadino è ritenuto figlio del signore perché può essere di suo seme”.
La donna quindi è costretta a “darsi” al signore, con la s minuscola o con la s maiuscola nel caso sia un ecclesiastico ad accaparrarsi le primizie della sposa ( ispirata a questo ultimamente in TV si vede una pubblicità in cui la sposa prima di andare dal futuro marito offre una tazza di caffè al curato?).
Che sarà poi successo nei conventi se vicino ci sono cimiteri di neonati?
Recenti studi sulla Normandia confermano i metodi brutali con i quali i monaci penetrano nei conventi femminili!
I rappresentanti del clero incutono terrore ed il consenso popolare è debole.
E la strega? Semplificando la strega è l’esclusa, la ribelle, la donna che da un isolamento forzato ne trae forza per un’esistenza diversa e creativa.
Ogni periodo storico e ogni regione europea ha una sua specificità, ha le sue storie di streghe, ne tento una sintesi:
“Battuta dal vento pungente, sente il suo isolamento, ma perciò ne è sollevata! E con l’orgoglio una forza che le scalda il cuore… e il mondo crudele che la fa soffrire diviene trasparente, e ne gode, come di una conquista sua. Non è lei la regina della natura? ( da “La strega” di Jules Michelet)
Le streghe sono donne malviste per vari motivi, future mogli ripudiate prima, o subito dopo il matrimonio perché si sono offerte al s/Signore e quindi non più vergini, levatrici e curatrici che non possono esercitare alla luce del sole.
Donne frequentate da altre donne perché solo a loro possono rivolgersi, di nascosto, per partorire, abortire, alleviare i dolori e cercare consigli.
Le malattie del medioevo hanno origine dalla fame, la medicina viene esercitata solo sotto sorveglianza della chiesa e si rivolge solo al genere maschile perché l’esistenza della donna è legata al sacrificio e alla sofferenza.
Le streghe, costrette a vivere fuori dai centri abitati, amano la disobbedienza e utilizzano le piante spontanee che a quei tempi sono considerate velenose come quelle della famiglia delle “consolanti” (solanacee, tra cui la belladonna) che contengono alcaloidi dotati di proprietà analgesiche e antinevralgiche e che, per non diventare intossicanti, vanno utilizzate in piccole dosi: c’è chi fa risalire a questo periodo la nascita dell’omeopatia.
Nel 1527 Paracelso dichiara che tutto ciò che conosce della medicina l’ha appreso dalle streghe.
Alcune testimonianze documentano di utilizzi eccessivi che provocano deliri e tachicardie; questo contribuisce all’immaginario della strega cattiva, fabbricatrice di incantesimi.
Tutte le culture hanno sviluppato strategie di superamento dell’alienazione e della sofferenza, specialmente femminile, ma raramente si va oltre la fuga; per esempio le tarantate del Salento attraverso la bellissima invenzione del morso della tarantola si concedono una pausa dagli obblighi imposti da una società rigidamente patriarcale, ma quando “guariscono” grazie ai riti collettivi e alla catarsi della musica, la pizzica, tornano ai ruoli tradizionali.
Per le streghe il rito magico è tecnica di liberazione dalle ingiustizie sociali, la scoperta di una nuova esistenza che nasce dalla consapevolezza di sé, dalla gioia di conoscere il corpo.
Michelet dice che la donna diventa strega quando svela il suo erotismo incomprensibile agli uomini, come lo è la sensibilità femminile in accordo con le fasi lunari; per la chiesa “l’elettricità femminile” è di per sé un male!
L’incontro tra donne è chiamato sabba e in quanto tale demonizzato; anche le unioni incestuose diventano sabba, ma nei piccoli borghi non c’è altra possibilità delle unioni tra parenti, così vanno al rogo interi villaggi.
Da incontro-festa di ribellione, diventa poi un’orgia segreta ed esclusiva per ricchi dove vengono “invitate” ragazze capaci di soddisfare desideri morbosi, dove i preti si sostituiscono a satana (che c’è di nuovo nei riti new age o della massoneria?).
Vi sono testimonianze di ragazze che, vittime di violenze, mancando loro gli strumenti per comprendere l’ambiguità tra dottrina e prassi del clero, cadono in stati confusionali; spesso l’unico rifugio sono i conventi e qui il cerchio si chiude perché in quei luoghi di detenzione la disperazione può solo aumentare: alcune muoiono presto, altre sono costrette ad uccidere i propri figli concepiti dopo la visita di chissà quale satana travestito da frate.
Le amanti dei preti erano dette “le consacrate”. E’ esemplare la storia di Gauffridi (1610) che preferendo le orsoline perché possono uscire “a fare del bene” diviene “re degli stregoni”; nasce l’epoca degli esorcismi e Gauffridi finisce al rogo.
Ovunque è forte il diritto canonico il clero è corrotto e si arricchisce confiscando i beni degli eretici.
La chiesa accusa e condanna con qualsiasi pretesto e occulta prove e documenti, quindi le cifre che conosciamo sono ampiamente sottostimate.
In Italia nel 1400 vi è il maggior numero di roghi, ma la stregoneria si sviluppa ugualmente; a Como in 140 anni bruciano 30.000 streghe!
A volte la condanna è immediata, si basa su un sospetto; in altri casi prima del rogo c’è il processo che si svolge con torture atroci che portano a due possibili sentenze: di assoluzione perché se l’accusata resiste è una santa o di accusa perché insensibile quindi sposa del demonio.
Dai verbali traspare il concetto di morte, l’avversione al pensiero scientifico, la misoginia: gli inquisitori descrivono le accusate con toni ambigui, con dettagli sulle loro belle chiome, sul fascino degli occhi, le fanno ballare e le ammirano.
Gianfrancesco Ponzinibio, mosso dalle eccessive crudeltà che si commettono a Piacenza, scrive un trattato riferendosi al “Canone episcopi” che si conclude così: “Gli inquisitori devono respingere l’idea che le streghe si rechino realmente al congresso notturno col diavolo. Tale opinione è riprovata dal canone e credo sia il caso di dare al fatto il dovuto rilievo”. “E’ accusato di eresia e finisce i suoi giorni in carcere.
Per almeno tre secoli in tutta Europa le streghe portano le colpe di tutte le disgrazie del genere umano. A Ginevra ne muoiono 500 in tre mesi, a Wurtzburg 900, a Tolosa 400 con un solo processo, Remy, giudice di Nancy, si vanta di aver arso in 16 anni 800 streghe (è un giudice laico in concorrenza con gli ecclesiastici e quindi abile nell’ardere molti religiosi), in Slesia nel 1651 ne ardono 200, in Erbipoli 158 tra il 1627 e il 1629, Enrico IV fa 600 vittime solo nella provincia di Labour, ma è la Spagna che conosce le maggiori crudeltà.
Uno dei libri più completi sui processi per stregoneria rimane il “Malleus Maleficarum” scritto nel 1447 da Sprenger che viene incaricato dalla chiesa romana di tornare in Germania, dove l’inquisizione non è efficiente e si trova in difficoltà perché vi sono moti di rivolta popolare: è l’inquisitore perfetto, tedesco, domenicano, conoscitore di S. Tommaso, terrorizzato dalla concorrenza con Satana; qualsiasi cattiva opinione diventa maleficio ed eresia. Per dare scientificità alle accuse si scrivono manuali speciali, detti i martelli delle streghe, il Malleus maleficarum è una delle principali guide per i tribunali dell’inquisizione ed è ricco di confessioni sull’impotenza di dio, la chiesa si sente minacciata dal diavolo che ne esce sempre vincitore; questo conflitto maschile tra dio e satana produce in modo atroce vittime, solo o quasi, femminili.
Ronald Barthes dice che quando i rapporti sociali si basano sulla solidarietà le culture non hanno bisogno di creare emarginazione; al contrario le streghe e le “devianze” trionfano dove vi è una differenziazione tra i sessi, i ceti e le condizioni esistenziali.
Le streghe rappresentano una funzione antiistituzionale che il potere utilizza per giustificare azioni repressive.
Le persecuzioni sulla base di soli pregiudizi sono storia dei nostri giorni… la caccia alle streghe è ancora in atto… il potere crea sempre inquisizione.
“Le streghe altere e bizzarre all’arrivo di Cristo e dei suoi apostoli voltarono le spalle. Non cessarono di ballare.” A. Maury
(Chiara Gazzola)